venerdì 13 febbraio 2015

Opera made simple: scopriamo "Il trovatore"... - Parte quarta: la gitana reloaded e il figlio della zingara

1. La gitana: welcome in Castellor!

Cambio scena ed eccoci di nuovo qui. Adesso siamo nella ridente località di Castellor, località che non esiste nella realtà ma va bene lo stesso e ci troviamo presso il convento in cui Leonora dovrebbe farsi suora.

Già, ma perché Leonora si vuole fare suora? Mi dispiace, ma nel Trovatore non ci sono conversioni sulla via di Damasco, i personaggi agiscono in base a due sentimenti, essenzialmente: la vendetta e l'amore. E infatti Leonora vuole farsi suora perché si è sparsa la voce che Manrico è morto e quindi lei non vuole sposare nessun altro.

Ovviamente, come al solito, Manrico e il Conte di Luna hanno avuto la stessa idea: "Ehi, perché non andiamo a rapirla prima che si faccia suora?". La cosa simpatica è che il Conte di Luna è convinto anche lui che Manrico sia morto, quindi si comporta come se niente o nessuno possa più togliergli Leonora. Quindi passa circa dieci minuti ad autocelebrarsi e a comunicare al mondo che lui ama tanto Leonora e che tra poco se la prenderà. Il che mi ricorda molto i cattivi dei film di supereroi americani che raccontano tutta la loro infanzia difficile e tormentata prima di fare quello che devono fare, con il solo risultato di perdere un sacco di tempo e di dare all'eroe di turno (non di rado nemmeno troppo sveglio) la possibilità di riorganizzarsi.


2. La gitana: un finale d'atto in cui tutti sono molto sorpresi...

La qual cosa succede anche in questo caso, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, che gli sceneggiatori di Hollywood hanno l'originalità di un documentario sulla riproduzione delle zebre il martedì pomeriggio su Rai3. Infatti, dopo che il Conte di Luna ha esaltato il suo grande amore per Leonora che può vincere ogni cosa ecc. ecc. ecc. (se volete ascoltare la versione uncut della sua autoesaltazione, potete farlo qui sopra) succedono due cose:

  1. Quando il Conte prova a rapire Leonora, ella gli rifila un due di picche notevole. Il Conte non reagisce bene e si mette a inseguire Leonora in stile Fantozzi con la signorina Silvani, solo che...
  2. ...improvvisamente, qual fantasma sorto di sotterra, come scrive Cammarano nel libretto, compare Manrico.
Reazione generale: "Ah, ma non era morto?"

"Dunque gli estinti/lasciano di morte il regno eterno!" "E deggio e posso crederlo?/Ti vedo a me d'accanto!"

L'azione si ferma dunque improvvisamente, perché tutti sentono un improvviso bisogno di declinare a modo loro la sorpresa per la improvvisa ricomparsa di Manrico. Ecco, il colpo di scena alla fine del secondo atto con conseguente scena in cui tutti sono molto sorpresi è una costante dell'opera italiana. Lo introdusse Rossini, che poneva al termine del secondo atto delle sue opere serie e del primo atto delle sue opere buffe il cosiddetto "concertato di stupore" (la struttura del finale d'atto rossiniano, di cui parleremo più diffusamente quando vedremo qualche opera del compositore di Pesaro, era concertato di stupore - cantabile - stretta): in generale, quello che succedeva era che succedeva qualcosa di sorprendente (nel "Barbiere di Siviglia", ad esempio, il Conte di Almaviva vestito da soldato riesce a scampare all'arresto mostrando un segno della sua nobiltà ai gendarmi), tutti erano sorpresi e cantavano per cinque minuti dicendo quanto erano sorpresi. Questo è, ad esempio, quello che succede nel Barbiere di Siviglia: il Conte di Almaviva vestito da soldato riesce a scampare all'arresto mostrando un segno della sua nobiltà ai gendarmi e tutti sono molto sorpresi, come possiamo vedere:


Ebbene, questo viene ripreso anche dagli operisti successivi, cioè Donizetti e Bellini, che però parleranno di concertato e basta: ad esempio, nel finale del secondo atto della Lucia di Lammermoor, l'improvvisa comparsa di Edgardo suscita la sorpresa di tutti (Edgardo è sorpreso perché Lucia si è sposata mentre gli aveva promesso eterno amore, Lucia è sorpresa perché le avevano detto che Edgardo aveva un'altra, gli altri sono sorpresi per la presenza stessa di Edgardo) e anche qui segue pezzo di cinque minuti in cui tutti comunicano al mondo la propria sorpresa (potete sentirlo qui sotto, con Kraus e la Sutherland).


In Verdi ormai le convenzioni dell'opera della prima metà dell'Ottocento stanno lentamente cadendo (Il trovatore è del 1853) e di finali "tradizionali" con colpo di scena e sorpresona ne iniziamo a trovare sempre meno. Ma Il trovatore, da questo punto di vista, è ancora in parte ancorato al passato, infatti abbiamo ancora qualcosa che somiglia al concertato dell'opera tradizionale in cui tutti sono molto sorpresi per il colpo di scena che c'è appena stato e cantano tutti insieme per esprimere la loro sorpresa:


Poi Manrico si porta via Leonora e il Conte resta lì con il suo due di picche a meditare sul senso della vita.

3. Il figlio della zingara: un atto breve in cui succedono due cose importanti...

Ci stiamo avvicinando alla fine e ci troviamo ora alla terza parte dell'opera, Il figlio della zingara, in cui succedono essenzialmente due cose:
  1. In primo luogo, Azucena, che si trovava a girellare allegramente intorno all'accampamento del Conte di Luna viene arrestata e portata dal Conte come sospetta spia. Il problema è che insieme al Conte c'è anche Ferrando, il quale è dall'inizio dell'opera che dice di voler trovare Azucena per permettere che venga uccisa, dunque a questo punto non si tira indietro e dice al Conte: "Guarda che lei è la donna che ha ucciso tuo fratello!"
     Risultato: Azucena viene condannata al rogo...
  2. ...e la notizia arriva a Manrico, che nel frattempo è arrivato a casina sua bella con Leonora e sta facendo grandi proclami sulla vita che faranno insieme ("Oh, amore, vivremo sempre insieme, ma anche se morirò in guerra sarò contento, perché mi sembrerà di precederti in cielo!"). . Solo che, non appena arriva la notizia dell'arresto di Azucena, Manrico pianta lì Leonora e corre in soccorso della madre. Per farlo, canta un'aria molto celebre, Di quella pira, ma prima di poterne parlare dobbiamo parlare un po' di "Solita forma". Che cos'è? Lo saprete nel prossimo post.
Auf wiedersehen!

Nessun commento:

Posta un commento