Se questa storia fosse un film, come diceva una volta il buon Lucarelli in quel grandioso programma che era Blu Notte, sarebbe "Il Ritorno dei Morti Viventi" di Dan O'Bannon.
Scusate l'off topic marcato dall'Opera, però credo che sia opportuno spostarci per qualche momento nella beata terra d'Albione, che non più tardi di giovedì scorso si è recata a votare. Tutti prevedevano un hung Parliament, c'est-à-dire un Parlamento senza una maggioranza chiara e invece no, hanno vinto i Conservatori di Cameron e tanti saluti agli istituti di sondaggi che, come molti esperti di calciomercato, sembrano essere lì semplicemente per dire il contrario di quello che accadrà.
La sconfitta del Labour e del suo candidato Ed Miliband, che aveva ottenuto la leadership del partito grazie all'appoggio delle Unions (cioè dei sindacati) sconfiggendo l'ala più vicina al New Labour di Blair rappresentata dal fratello (!) David Miliband, ha aperto la strada al ritorno dei morti viventi con la riesumazione dei più simpatici esponenti del New Labour, dal discutibile spin doctor Alastair Campbell a Blair stesso medesimo che è tornano a farsi sentire in una lettera all'Observer.
Tutto questo, ovviamente, ha avuto una certa eco anche da noi (la lettera di Blair è stata pubblicata da Repubblica) e devo dire che, avendo seguito un po', per quanto da lontano, la General Election, non riesco sinceramente a capire perché la sinistra nostrana o quello che ne resta abbia ancora una fascinazione per il Labour, vecchio o nuovo che sia.
Sia chiaro: abbiamo tutti avuto una fase della vita in cui amavamo il Regno Unito (per me risale a quando avevo 13 anni e ascoltavo i Led Zeppelin), ma l'impressione che si ottiene ascoltando le dichiarazioni d'intenti dei vari esponenti del Labour, sia dalla parte di Miliband che dalla parte dei suoi oppositori è che ormai in quello che dicono ci sia rimasto molto poco dell'idea di difesa del welfare state e di tutela delle classi meno abbienti che hanno definito la sinistra socialdemocratica (ossia, a mio parere, l'unica sinistra possibile, essendo le alternative i Tovarish russi e la sinistra dei macellai sociali alla Schröder che a me, al di là delle dichiarazioni ufficiali, sembra molto di destra) nell'ultimo mezzo secolo.
Certo, i tempi sono cambiati (essenzialmente, il Capitale non ha più l'URSS a fargli paura e quindi non ha più bisogno di quel prodotto attraente che era la socialdemocrazia per evitare l'arrivo dei Rossi), ma mi ha fatto sinceramente specie sentire i Laburisti e i Tories fare a gara, nel corso della campagna elettorale, su chi avrebbe fatto più tagli e su chi avrebbe gestito meglio i tagli da fare. In pratica, non veniva messa in dubbio la necessità di ridurre la spesa pubblica, ma si discuteva su come ridurla e su chi avrebbe potuto ridurla meglio.
Di qui le difficoltà dell'elettorato tradizionalmente laburista di fronte a un asse politico chiaramente spostato a destra: sul Guardian, tradizionalmente giornale di riferimento per gli elettori del Labour, vi sono stati, negli ultimi tempi, molti interventi che riferivano di una certa tentazione di voto per il Green Party, partito che, almeno a parole, era anti-austerity e pro-welfare state. Allo stesso modo, molti elettori inglesi di tendenza leftwing invidiavano i loro omologhi scozzesi che potevano votare un partito chiaramente anti-austerity come lo Scottish National Party.
1. L'ascesa dell'SNP
Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese e leader dell'SNP, è stata infatti un po' la rivelazione della campagna elettorale, come cinque anni fa lo fu il leader dei Liberal Democratici Nick Clegg.
Il partito da lei guidato, lo Scottish National Party, è un partito indipendentista scozzese, lo stesso partito che, sotto la guida di Alex Salmond, ha promosso il referendum sull'indipendenza della Scozia dell'anno scorso, referendum in cui il No all'indipendenza ha vinto con un'ampia maggioranza.
So che in questo momento voi state pensando a due persone: a lui...
...e, of course, a lui:
Ecco, levateveli dalla testa entrambi. Il successo degli indipendentisti scozzesi, che hanno la maggioranza nel parlamento scozzese nato dalla Devolution di Blair e che giovedì scorso hanno ottenuto la quasi totalità dei seggi disponibili in Scozia, non dipende né da una sorta di nostalgia per i bei vecchi tempi di William Wallace né per una sorta di leghismo al pudding condito da un odio contro i terùn londinesi.
Le cause del successo dell'SNP risiedono piuttosto in una certa avversione degli amici scozzesi per le politiche di destra condotte dal governo centrale di Londra. Gli scozzesi sono infatti più a sinistra dei loro vicini inglesi e la Scozia ha rappresentato per molto tempo un importante bacino di voti (e di seggi, che poi è quello che conta., nel sistema elettorale inglese) per il Partito Laburista (peraltro, gli ultimi due primi ministri laburisti, Tony Blair e Gordon Brown, erano entrambi scozzesi). Pertanto, essi hanno una certa volontà di muoversi in modo autonomo dalla politica di tagli condotta a Londra e di investire maggiormente nel welfare.
Le modalità tramite le quali ottenere questa autonomia sono state oggetto di varie proposte: dall'indipendenza, che è stata sconfitta nel referendum dell'anno scorso, ad una sorta di federalismo fiscale totale, che farebbe sì che tutte le tasse pagate in Scozia restassero in Scozia (so che sentite lo spirito dell'Umberto aleggiare su di voi) e che sembra ciò che l'SNP è al momento intenzionato a chiedere.
Comunque, la traduzione di tutto questo è: l'SNP non è un partito xenofobo in stile Lega Nord, anzi, è un partito socialdemocratico e Nicola Sturgeon, in campagna elettorale, si è chiaramente pronunciata più volte contro la politica di austerity di Cameron. A quanto pare, la Scozia ha risposto e ha deciso di tradire un Labour ormai molto poco di sinistra.
2. Il sistema elettorale britannico
Una vecchia canzone degli ABBA diceva The winner takes it all: ecco, il sistema elettorale inglese funziona esattamente in questo modo. E' un sistema che può sembrare strano a un Italiano (e non solo, come vedremo), che, nonostante i bei tempi andati del Mattarellum, è affezionato tradizionalmente al proporzionale e che effettivamente ha qualche problemino. Il fatto è che nel Regno Unito vige il maggioritario puro: il territorio nazionale è diviso in 650 circoscrizioni e ogni circoscrizione invia un candidato al Parlamento di Londra. Quindi quello che succede è che si presentano dei candidati, gli elettori votano e il più votato si porta a casa il seggio, gli altri se ne vanno senza premi di consolazione (non ci sono, insomma, né gli scorpori né le quote proporzionali di mattarelliana memoria).
Il risultato di questo sistema elettorale è che le percentuali dei partiti in Parlamento possono differire (e anche molto) dal numero di voti presi e in effetti, se andiamo a vedere quest'ultimo parametro, osserviamo che in realtà lo scarto di seggi tra i due principali partiti non riflette uno scarto di voti altrettanto ampio: i Conservatori hanno il 37% dei voti mentre i Laburisti hanno preso il 31%.
La Welt, quotidiano tedesco di orientamento conservatore, in un'analisi molto critica sul sistema elettorale britannico che, a parer loro, "butta sotto il tavolo un sacco di voti validi", si è presa la briga di contare quanti seggi avrebbero preso i vari partiti britannici se si fosse votato con il sistema elettorale tedesco, che è essenzialmente un proporzionale puro con sbarramento. Questo è stato il risultato:
Dall'immagine possiamo anche dedurre che l'analisi della Welt è fondamentalmente corretta (anche al netto del fatto che gli amici tedeschi hanno, come noi, un amore spassionato del proporzionale): infatti, l'UKIP, che ha preso il 13% dei voti validi, non è rappresentato in Parlamento che da un MP, mentre lo Scottish National Party, che ha preso il 5% dei voti, quindi meno della metà, ha 56 parlamentari! Per capirci, sarebbe come se nel Parlamento Italiano SEL avesse cinquanta volte il numero di parlamentari di Forza Italia. Il che potrebbe forse piacere a qualcuno, ma è chiaro che c'è una distorsione del voto popolare che non è indifferente.
Questo sistema ha funzionato finché nel Regno Unito ci sono stati due partiti principali e il partito Liberal Democratico (che peraltro si è sempre battuto per ottenere una correzione proporzionale a questo modello maggioritario) a fare da terzo incomodo, mentre ora, con la comparsa, anche in UK, della frammentazione partitica che ormai la fa da padrone in Europa (per dire, in Spagna ci sono il partito anticasta di destra - Ciudadanos - e il partito anticasta di sinistra - Podemos) sembra fortemente distorsivo della volontà popolare.
Quindi, prima di gettare la croce addosso a "Ed the Red", come è stato definito Miliband, forse sarebbe il caso di dare un'occhiata anche a questi dati. Certo, bisogna dire che ci sono stati dei dati inequivocabili che hanno mostrato come la leadership laburista non fosse benvoluta: il caso più eclatante è stato quello di Ed Balls, cancelliere ombra e quindi candidato in pectore a diventare Cancelliere dello Scacchiere (in pratica, ministro dell'Economia) in un governo Miliband, che è stato clamorosamente sconfitto nel suo seggio di Morley and Outwood.
I laburisti non stavano tanto simpatici, a quanto pare.
3. Immagini da una campagna elettorale
La campagna elettorale non è stata esaltante. Niente a che vedere con le campagne italiane dove fino al giorno prima delle elezioni tutti si mandano a quel paese. I momenti cruciali della campagna, per dire, sono stati tre:
- Ed Miliband, che era visto dai britannici come weird ("strano"), ha fatto una faccia buffa mangiando un sandwitch, come possiamo vedere nella seguente immagine:
Non mi chiedete cosa diamine c'entri questo con un'elezione politica perché non lo so. I britannici però ne hanno parlato per giorni e alcuni hanno anche sostenuto che questa faccia abbia precluso a Ed the Red l'accesso a Downing Street. Perché, come è noto, gli elettori votano quello che fa la faccia più simpatica mentre mangia un panino.
- David Cameron si scorda per che squadra tifa: ora, quando un tuo antenato era un re, quando hai fatto Eton e Oxford e quando hai un accento che fa sentire lontano un miglio la tua provenienza Upper Class, può essere un filino complicato ottenere i voti dei ceti meno abbienti. Ma niente paura: c'è un simpatico spin doctor che trova il modo per farti sembrare simpatico e quale modo migliore di sembrare vicino al ppppobolo e alla gggente di fare finta di avere un amore spassionato per una squadra di calcio, anche se per te il calcio è "quella specie di polo che i morti di fame fanno perché non hanno i soldi per comprarsi un cavallo e delle mazze". Solo che a volte può capitare di perdere il conto delle proprie bugie ed ecco che il buon Dave, dopo aver sostenuto per anni di essere un grandissimo tifoso dell'Aston Villa, se ne è venuto fuori in campagna elettorale dicendo di sostenere il West Ham. Quando gli hanno detto: "Hey, Dave, ma tu eri un tifoso del Villa!" lui ha replicato: "Ah, già, mi ero dimenticato per che squadra tifo!". Cose che capitano spesso naturalmente, come ogni tifoso di calcio sa. Almeno trovati una scusa migliore, Dave.
- David Cameron dà il biberon a un agnello: so che a questo punto avete già perso ogni interesse per la politica inglese, ma lasciatemi dire qual è stato il colpo da maestro di Dave che sicuramente gli ha permesso di guadagnare un sacco di voti: dare da bere il latte con un biberon ad un agnello il giorno di Pasqua. Vi ho messo il link, quindi se volete andare a vedere questo momento di alta politica potete farlo. Attenzione: la visione potrebbe generare in voi un odio profondo verso gli spin doctor e verso in generale chi si inventa queste simpatiche messinscena pensando che possano portare qualche voto (perché si sbagliano, vero? Nessuno vota qualcuno perché dà da bere a un agnello con un biberon, vero?).
E la politica? Be', come abbiamo detto, l'SNP era antiausterity, il Labour e i Tories pro-austerity con sfumature diverse, ma insomma, nessuno cercava di attaccare troppo gli altri perché i sondaggi davano come risultato più probabile un Parlamento senza maggioranza, in cui il nemico di oggi sarebbe potuto diventare l'alleato di governo di domani.
Quindi, i partiti si muovevano essenzialmente su due linee contrapposte: i Tories dicevano "Se ci sarà un hung parliament governeremo noi perché avremo più seggi", mentre i Laburisti replicavano "No, in caso di hung parliament governeremo noi perché potremo allearci con l'SNP e formare una maggioranza più stabile della vostra!". Quindi, i partiti sembravano più che altro interessati ad assicurarsi il diritto a costituire il governo nel caso (dato dai sondaggi come molto probabile) di maggioranza non chiara in Parlamento piuttosto che a mettere sul piatto proposte forti; non una scelta brillante, almeno per i laburisti, visto il risultato finale.
4. Un "miracolo inglese"?
Il vecchio Silvio, nella sua discesa in campo del 1994, promise "un nuovo miracolo italiano". Ecco, da quello che si sente da parte di molta carta stampata Cameron è riuscito ad ottenere un "nuovo miracolo inglese": disoccupazione bassa (5.5%), crescita sostenuta e superiore alle magrissime medie dell'Eurozona. Il tutto senza allargare i cordoni della borsa e perseguendo una politica di tagli e di austerity.
E' tutto vero? Allora, bisogna dire che la questione dei risultati economici del governo Cameron è dibattuta. E' chiaro che gli indicatori sono buoni, ma bisogna anche osservare che la riduzione della disoccupazione è stata ottenuta mediante l'introduzione di contratti di lavoro come i famigerati contratti "a zero ore": in pratica, io ti assumo, ma non sono tenuto a farti lavorare e quindi tu, all'inizio del mese, non sai né quante ore lavorerai, né se lavorerai, né, di conseguenza, se verrai pagato e quanto verrai pagato. Però ufficialmente sei assunto e quindi non risulti come disoccupato. L'accettazione di questi contratti è diventata obbligatoria per i disoccupati e alcuni osservatori di sinistra notano che probabilmente quello che ha fatto Cameron è stato semplicemente "truccare" i dati sulla disoccupazione facendo risultare come occupate persone che, di fatto, pur avendo un contratto non lavorano.
Qui mi fermo, non avendo competenze in materia. Se siete interessati al dibattito, vi lascio qui sotto due video. Sono in francese, non si può avere tutto dalla vita, se siete interessati segnalatemelo e vi faccio una traduzione. Il tipo che parla è Vincent Giret, editorialista del giornale liberista Le Monde che tiene una rubrica giornaliera nella fascia oraria 7.00 - 9.00 sulla radio pubblica francese France Info; il 5 dicembre, nella sua rubrica, lui parla in termini quasi entusiastici del "miracolo inglese" e dell'austerity che funziona, come potete leggere in questo articolo e vedere in questo video. In seguito a questo intervento, ci sono state molte polemiche che l'hanno costretto ad aggiustare il tiro e a parlare anche del lato oscuro dell'economia britannica, ossia di quei cinque milioni di working poors che fanno apparire a una parte dei cittadini di Sua Maestà il sogno inglese come qualcosa di abbastanza vicino a un incubo; trovate questo secondo intervento in questo articolo e in questo video.
Trovo che la sintesi sia abbastanza efficace, potete vedere sia il lato luminoso che the dark side of the moon del miracolo inglese e farvi un'idea.
Comunque, trovo il ritorno dei nostalgici del New Labour, da Blair al "giovane vecchio" David Miliband (il fratello di Ed), alquanto stucchevole. Il New Labour è morto nel supporto incondizionato di Tony al caro Bush nelle sue guerre e sinceramente non credo che il motto blairiano "Education, education, education" associato a qualche frase vuota di stampo veltroniano tipo "proporre una visione del mondo" possano essere utili in una crisi che è per prima cosa una crisi del modo in cui è stato gestito il capitalismo negli ultimi trent'anni piuttosto che un qualcosa di transitorio. La fiducia nel futuro e gli investimenti nell'istruzione "per essere più pronti alle sfide della globalizzazione" non bastano più, così come i sorrisi di Tony e dei suoi emuli e i loro rispettivi spin doctors. Hanno funzionato (forse), ma è stato tanto tempo fa, a lot of water under the bridge, come dice Sam in "Casablanca".
Forse sarebbe meglio che Tony tornasse alle sue conferenze e rimanesse tra gli allegri ricordi degli anni Novanta insieme ai concerti tamarri degli U2 durante il PopMart tour. Il mondo è andato oltre, Tony.
Thank you and goodnight.
Domani parliamo di Fidelio.
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