Ho letto che i Libertines hanno fatto un nuovo disco e mi sono reso conto che Up the Brackets, che comprai nel 2004 alla veneranda età di tredici anni e che rimase nel mio lettore per il modico tempo di tre mesi (al tempo mi innamoravo facilmente e con molta intensità) è vecchio ormai quasi dodici anni. Non ho fatto grosse riflessioni sul tempo che passa, mi sono limitato semplicemente a mettere il disco sul lettore e notare che, nonostante i cattivi auspici di chi all'epoca diceva che dopo cinque anni i CD si sarebbero deteriorati e non avrebbero funzionato più, suona ancora e non salta nemmeno.
Comunque, i Libertines mi piacevano. Personalmente, non sono particolarmente bendisposto nei confronti dei gruppi nuovi; non dico che la musica sia morta con John Bonham degli Zep come sosteneva qualcuno ma, insomma, diciamo che la morte di Kurt Cobain e la fine del grunge hanno messo una pietra tombale su tante cose. Eppure, quell'album sembrava stranamente parlare del presente e a modo suo raccontarlo, parlare anche di me. E farlo bene.
L'album successivo era ancora meglio, secondo me. Mi rimane una frase, segnata sul diario di scuola e poi ricopiata per due o tre anni, in seguito: "Il ragazzo tirava calci al mondo, ma i calci del mondo facevano molto più male". Ci vedevo me stesso, in quella frase, diviso tra il desiderio di dire che in qualche modo c'ero anch'io ed ero diverso dagli altri e la paura che la reazione di chi mi circondava non fosse esattamente di accoglienza.
Era la sciocca adolescenza di cui parla Guccini che anch'io vissi per un po' con un vuoto mito americano/di terza mano e con gli inglesissimi Libertines nel lettore CD.
Poi, successero varie cose. Il gruppo era guidato da Carl Barat e Pete Doherty e quest'ultimo, che all'epoca si prendeva e si lasciava con Kate Moss, aveva problemi di droga. Lo buttarono fuori dalla band e i Libertines si sciolsero, uscendo così anche dal mio orizzonte musicale. Doherty fondò i Babyshambles, Barat fece qualcos'altro, ma ormai le cose erano cambiate e quelle canzoni che io avevo sentito mie, che avevano descritto perfettamente come mi sentivo in quel periodo non avrebbero avuto seguito.
Ora "Up the brackets" è finito, metto sul lettore CD "The Libertines" e riascoltando "Can't stand me now" sorrido. Perché forse, nonostante tutto il tempo che è passato, sono ancora quel ragazzo che voleva tirare calci al mondo.
Nessun commento:
Posta un commento